C.A.M.Po. – Centro Arte Mariella Poli, mostra collettiva di scultura, 25 maggio – 13 luglio 2025
Nel pensare e intitolare questa mostra L’essere umano: uno strano animale con l’anima e la coscienza, Mariella Poli seguendo un’idea, un sentire, una necessità interiore, ha trovato riscontro e sostegno in uno scritto di Umberto Galimberti che suona in questo modo: i sentimenti non sono languore ma forza. Il cuore, l′espressione metaforica dell′anima è la pompa della vita, l′anima è quindi la forza interiore degli esseri umani, fatti di corpi che si muovono nello spazio e ne disegnano l′estetica, i colori, i confini, le dimensioni.
Fare arte, essere artisti, non serve come calmante, rendere la vita quieta, talvolta triste, restando fermi nel grigio dei disagi e della sofferenza. Fare arte non è una sospensione della volontà che rende misera l′esistenza, ma il rovesciamento di questa sospensione, è la forza che stimola lo stare in vita, l′essere nel posto immaginario dove gli artisti creano l′immateriale nelle forme tangibili delle opere. L′arte è l′incitamento alla vita, alla gioa di vivere, al potenziamento perenne delle nostre esistenze. L′essere diventa la forza vitale dell′essere ″qui″, dell′esserci, dell′abitare, pensare e rendere fertile un luogo, la propria Strawberry Fields, il posto dove la mente si fa azione, il proprio Campo.

Questo campo, questo ″nostro qui″, stavolta accoglie una serie di artisti dediti alla scultura, che hanno fatto di questa attività la propria ragione di vita, di persone che hanno raschiato, che hanno tolto la pelle alle pietre, che hanno modellato la cera o qualche altro materiale, prima con gli occhi e la mente, poi con la forza degli attrezzi e dell′anima.
Certo l′essere umano è un animale strano che ha percezioni estetiche di sé e del mondo che lo circonda e ne prova gusto e se ne chiede la ragione morale. Scolpire ha una giustificazione estetica, anche di fronte ai moralisti, nel glorificare la vita, nel partecipare alla lotta tra la forza del sentimento e il freddo della ragione. La forza dell′anima guida le mani di chi manipola la materia per trasformarla in un′idea da toccare con gli occhi. La forza della pompa del cuore spinge il sangue nelle arterie del corpo per mantenere in vita le membra e la mente, che abita ogni cellula e non solo quelle del cervello. Quando si prova un′emozione di fronte a un′opera d′arte si rizzano i peli, come quando qualcuno ci fa una carezza. Si sente il bello con la mente e con tutto il corpo, le sensazioni sono sentimentali e corporee, si diventa belli se si vede qualcosa di bello; oltre a ciò che mangiano gli esseri umani sono quello che vedono. Si può provare la vertigine dell′euforia.
L′artista deve avere l′anima sia ebbra che piena di ragione per trasformare la pietra naturale in artefatto culturale, per vederci forme nuove, per dare un contro-movimento estetico alla natura stessa. L′arte più della verità dà senso alla vita. Gli artisti, tutti gli artisti, sono agenti di seduzione che vanno contro ogni idea riduttiva della vita, sono attori che mettono insieme natura e cultura tramite l′atto artistico, sia dolce come una pennellata, sia più forte come un colpo di scalpello.
Gli artisti sono coloro che inventano uno stile e gli danno corpo materiale, sono gli agenti dell′anima e della coscienza di tutti noi, uomini e donne. Ma senza ebbrezza non c′è anima, come senza ragione non c′è coscienza: occorre avere sia l′anima che il sentimento per agire nel mondo facendo arte. La trasfigurazione artistica del reale in uno stile visibile e distinto trasforma il negativo in affermativo, il malato in sano, il brutto in bello, quello che tende a decadere in ciò che può salire.

Sembra logico mettere in mano il mondo ai filosofi, perché sono quelli che più di altri cercano la verità. Ma scegliendo i filosofo sbagliato, si corre il pericolo che la ricerca sia fatta fuori dal mondo, fuori dal corpo umano per cercare la trascendenza delle cose. L′arte, tutta l′arte, ma specialmente quella contemporanea, mette in crisi questa idea di una verità fuori dal mondo. L′arte mette in crisi l′idea di verità, proprio perché gli artisti sono in grande difficoltà di fronte al mondo oggettivo che vedono. Gli artisti, invece, ci mettono davanti agli occhi nuove cose, oggetti creati che prima non c′erano, o anche immagini vere di oggetti inventati.
Qui, nell′atto artistico, si realizza l′importanza, la necessità, dello spreco intellettuale, perché non ci sono cose più utili ed essenziali alla vita di quelle inutili, purché siano belle. Non lo spreco materiale, che è peccato contro Natura, ma quello intellettuale, quello generoso degli artisti che si fanno creatori di nuove idee, dimostra la distanza tra arte e verità, della quale non abbiamo affatto bisogno per vivere se non attraverso la creazione artistica. Ma non si può dire che arte sia falsità e la vita sia verità, sarebbe consolatorio, un gioco infantile e vano. Sarebbe meglio pensare che tra arte e vita ci possa essere gerarchia, perché le due cose non possono mai accordarsi. Basta invece dire che l′arte è la forma più bella di espressione della volontà di vivere, perché gli artisti creano qualcosa che non c′è in natura.
Il loro spreco intellettuale consiste nel dare a tutti noi qualcosa che prima non c′era, il maggior spreco nel dare questo qualcosa anche a quelli di noi che non se lo meritano. L′opera d′arte lascia l′artista e diventa bene comune, figlia del mondo, esperienza da praticare in comune, non è più (se mai lo sia stata) solo di chi l′ha fatta. Qui entra in gioco la capacità estetica dei fruitori di chi è in grado, appunto, di percepire l′esperienza del bello.

Quando l′anima e la coscienza di un artista incontrano l′anima e la coscienza del fruitore, anche di uno solo, si sublima il paradigma di ogni saper fare e di ogni cosa fatta in modo essenziale. Il vitale contro-movimento nei confronti di ogni sterilità e incapacità prende il sopravvento e ognuno di noi può finalmente provare quale sia il vero senso del vivere, del significato del creare alla massima potenza.
Artisti in mostra: Roberto Barni, Elena Bianchini, Sandro Chia, Emanuele De Reggi, Novello Finotti, Zoran Grinberg, Athos Ongaro, Mimmo Paladino, Antonio Trotta, Giuliano Vangi
La mostra è aperta fino al 13 luglio 2025 dal giovedì alla domenica con orario 11-13 e 16-20 o su appuntamento (340 5194083)
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